E’ il mezzo piu’ semplice per lavorare in carenza di glicogeno, ma bisogna adottare un po’ di buon senso.
Correre con pochi zuccheri in corpo, comporta la necessità di maggiore apporto di ossigeno per trasformare i grassi in energia; questo significa che le ripetute saranno piu’ faticose, i ritmi più bassi, il cuore batterà più forte etc etc.
Il nostro organismo è una macchina perfetta che si adatta alle necessità del momento e , dopo le prime settimane di “sofferenza”, diverrà sempre piu’ capace di utilizzare maggiori quantità di grassi nell’unità di tempo.
Correre a digiuno non significa però abbuffarsi la sera prima.
Significa invece correre al mattina senza colazione e con una cena molto leggera la sera prima.
In questo modo avremo consumato le scorte di glicogeno durante la notte e ci troveremo da subito a dover utilizzare i grassi come fonte energetica.
Una raccomandazione molto utile è la gradualità; ovvero cominciare con le sedute di corsa lenta da principio, fino pian piano a fare anche sedute impegnative.
esempio: ripetute su 1000 in 3’30” al km risulteranno ” normali” se corse a digiuno 10” piu’ lente(3’40”).
Alberto Biscardi