RISPOSTE FISIOLOGICHE ALL’ESERCIZIO FISICO SVOLTO AL CALDO

RISPOSTE FISIOLOGICHE ALL’ESERCIZIO FISICO SVOLTO AL CALDO

Avete notato che quando fate attività fisica la vostra temperatura corporea aumenta?

Il nostro corpo è paragonabile al motore della vostra auto,per produrre energia ha bisogno di aria (ossigeno) e benzina (principalmente glicogeno e grassi) ma produce anche prodotti di scarto che invece dallo scarico espelliamo attraverso la respirazione e calore.

Ma come un motore il nostro corpo per lavorare bene deve mantenere una giusta temperatura di esercizio.

Quando ci si allena in un ambiente freddo la produzione di calore è vantaggiosa dato che aiuta infatti a mantenere la normale temperatura corporea e muscolare.

Tuttavia, anche quando ci si allena in un ambiente termicamente  neutro con temperature comprese tra 21-26° C, il calore derivante dal metabolismo mette già a dura prova i meccanismi di termoregolazione dell’organismo deposto a mantenere un valore ottimale attraverso lo smaltimento termico  che avviene a livello epidermico per evaporazione del sudore.

Se poi invece ci alleniamo o gareggiamo come in questi giorni a temperature superiori ai 30° allora il nostro corpo per mantenere una temperatura di esercizio idonea deve iniziare a modificare alcune funzioni che spesso portano ad un generale calo di efficienza.

In questo articolo esamineremo alcune delle modificazioni fisiologiche che avvengono in risposta all’esercizio svolto quando l’organismo è esposto ad uno stress da calore  e l’impatto che tali modificazioni possono avere sulla prestazione.

                                                  Funzione cardiovascolare

L’attività fisica di per sè aumenta l’impegno del sistema cardio vascolare che è deposto al trasporto di ossigeno e “carburante” verso i muscoli ed allo smaltimento degli scarti di lavorazione; di conseguenza un esercizio fisico svolto con il caldo aumenta di parecchio questo impegno, in quanto il calore prodotto nei muscoli viene trasportato dal sangue verso  la superficie corporea, dove potrà essere disperso come dicevamo attraverso la sudorazione nell’ambiente esterno.

Perché  ciò avvenga, quando l’esercizio è svolto in un ambiente caldo, buona parte della gittata cardiaca deve essere quindi suddivisa tra la cute ed i muscoli attivi.

La massa sanguigna è pero limitata; l’incremento del flusso sanguigno verso queste aree di conseguenza porta alla diminuzione del flusso verso altre aree. A questo punto potete facilmente capire che destinare volume ematico al “raffreddamento” toglierà efficienza muscolare e viceversa.

Per esempio vediamo cosa succede durante una corsa  ad andatura sostenuta svolta in una giornata calda.

Come detto sopra con l’esercizio aumenta la richiesta di ossigeno e di sangue da parte dei muscoli; contemporaneamente aumenta anche la produzione di calore metabolico ma l’eccesso di calore può essere disperso solo con l’incremento del flusso sanguigno verso la cute, tuttavia il flusso sanguigno verso la cute non può essere aumentato a sufficienza se i muscoli ricevono tutto il sangue di cui hanno bisogno così da compromette il trasferimento del calore alla cute.

A questo punto al fine di mantenere una gittata cardiaca costante , il sistema cardio vascolare deve fare delle modifiche, in primis quella di aumentare ancora la frequenza cardiaca per compensare il calo di volume del sangue che torna al cuore( deriva cardiaca).

Arriva però un punto in cui le necessità determinate dall’esercizio fisico superano quelle che l’organismo riesce a gestire  ed arriva  il surriscaldamento e la perdita di efficienza e di prestazione.

Non a caso infatti le migliori prestazioni di resistenza si ottengono in ambiente mite.

                                             Trasformazioni di energia

Molti studi hanno anche evidenziato che oltre all’innalzamento della temperatura corporea e della frequenza cardiaca, l’esercizio al caldo aumenta anche il consumo di ossigeno, il che significa che i muscoli attivi consumano più glicogeno  e producono più lattato rispetto a quando lavorano al freddo.

Quindi quando il flusso ematico ai muscoli viene compromesso dall’esercizio svolto al caldo perche distratto verso l’epidermide, l’aumento dell’utilizzo del glicogeno muscolare  e la  maggior quantità di acido lattico prodotto non possono essere gestite oltre un certo limite con la conseguente sensazione di affaticamento  e di spossatezza che farà crollare le vostre prestazioni.

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