C’è un altro fattore ancora non molto studiato e che ha un potere enorme: la nostra mente, i nostri pensieri.
Nell’allenamento degli sport di lunga durata, una parte di esso dovrebbe essere dedicata a costruire e raffinare quei meccanismi che portano all’automatismo dei gesti e ad minor dispendio energetico possibile.
Secondo degli studi infatti, la componente volontaria dei nostri gesti è più lenta di quella involontaria, perchè passa attraverso vie nervose differenti.
Un esempio banale è quello di quando cominciamo a prendere lezioni di guida per le prime volte, e dobbiamo pensare a controllare la strada, con una mano sul cambio, la sequenza acceleratore-freno-frizione, tutto contemporaneamente; adesso quei movimenti che ci stancavano,sono automatici e solamente delle minime risorse mentali sono dedicate ad essi.
Allo stesso modo , nella programmazione degli allenamenti, dovrebbero essere inserite delle sedute che inducano la mente a liberarsi da certi meccanismi volontari del gesto.Esistono delle tecniche denominate”ritmo focale” che permettono di spostare la concentrazione su sensazioni che il nostro cervello non distingue se essere nelle realtà o solamente nei nostri pensieri.
In questo nostro viaggio nel rapporto MIND& BODY, ci accompagnerà la Dott.ssa Serena Gallorini , psicologa dello sport , nella rubrica dedicata.