Comportarsi come i campioni, fare “vita da atleta”, considerare gli allenamenti come una cosa estremamente seria può essere divertente ma alla lunga può diventare frustrante e soprattutto inutile. Trovo che il mondo dello sport dilettantistico sia malato di professionismo.
Lo sportivo professionista può e deve allocare tutte le risorse possibile nella pratica sportiva, perché dal risultato dipende il suo tenore di vita e la possibilità di vivere di rendita una volta che le prestazioni verranno meno, ma chi fa sport per stare bene non può vivere come l’atleta professionista, semplicemente perché non ottiene un successo proporzionale alle risorse spese.
La competizione è un’altro di quei fattori fortemente motivanti, ma che troppo spesso vengono portati all’eccesso diventando negativi. Sicuramente una buona dose di competizione “sana” può aiutare a mantenere alta la motivazione, a patto che l’atleta non si prenda troppo sul serio.
Conosco bene il mondo del podismo e vi garantisco che in tante gare dilettantistiche, ci sono podisti che fanno uso di sostanze dopanti(sopratutto efedrina che è molto diffusa e si trova a buon mercato ed anfetamina).
Tutto questo è assolutamente assurdo e molto inquietante.
Alberto Biscardi