STIRAMENTO
Fanno parte delle lesioni muscolari, che in base al grado di gravità vengono divise in stiramenti (o elongazioni, le meno gravi di I° grado) o strappi muscolari (in diversi gradi).
Gli stiramenti rappresentano un tipo di infortunio più raro per i podisti, rispetto ad altre discipline in cui sono presenti cambi di intensità e direzione molto marcati.
La costanza nell’allenamento (accoppiata ad un chilometraggio minimo adeguato), effettuare sempre un riscaldamento adeguato e l’evitare di fare azioni muscolari particolarmente intense quando si è affaticati, sono l’assicurazione migliore per evitare questo tipo di infortuni.
Ciononostante è comunque possibile incorrere in questo tipo di infortunio, soprattutto quando sono presenti determinate cause anatomiche.
Ricordiamo che il muscolo è, tra le strutture deputate alla “locomozione”, la parte che meno (rispetto a tendini, articolazioni ed ossa) riesce a
sopportare le tensioni meccaniche, ma che allo stesso tempo si adatta più facilmente all’allenamento.
Un muscolo si “stira” quando viene superata la sua resistenza meccanica, e ciò provoca un allungamento “non fisiologico” di alcune fibre muscolari o la rottura di alcune di esse, ma senza che sia evidente l’accumulo ematico.
CAUSE:
la resistenza meccanica delle fibre è data dal tono muscolare e dalla capacità di distendersi in maniera elastica;
l’abbassamento di questa è presente principalmente in condizioni di affaticamento muscolare o quando non si è ancora completato il riscaldamento (cause fisiologiche).
Tra le cause anatomiche possiamo annoverare l’età, la mancata armonia/tono muscolare ed eventuali dismetrie.
È da far presente che per un podista, uno stiramento possa originare anche da una serie di microlesioni che con il tempo possono dare origine proprio ad uno stiramento.
COSA PUO’ FARE IL PODISTA:
non sempre è facile stabilire a priori se un dolore muscolare possa essere dovuto ad un semplice affaticamento o ad uno stiramento, soprattutto se i sintomi si presentano qualche ora dopo l’allenamento.
È sempre conveniente tenere in considerazione la peggiore delle ipotesi, quindi in tali condizioni è consigliabile evitare attività che rechino
dolori/fastidi alla zona interessata.
Se i sintomi spariscono in poco tempo, significa che non è uno stiramento; se la sintomatologia persiste è opportuno prendere in considerazione un periodo di stop per permettere al muscolo di rigenerarsi.
Se invece i sintomi avvengono durante l’attività, è opportuno fermarsi immediatamente ed applicare ghiaccio.
Il rivolgersi a personale qualificato è particolarmente utile perché in grado di chiarire l’eventuale gravità della lesione e stabilire i corretti
tempi di recupero.
RITORNO ALLA CORSA:
se si è ricorso a personale qualificato è sufficiente attenersi alle indicazioni date.
In ogni modo, il ritorno graduale all’attività è fondamentale per evitare recidive, che spesso rischiano di instaurare dei fenomeni fibrotici (in altre parole, il tessuto muscolare leso viene sostituito da tessuto fibroso).
L’assenza di dolori/fastidi è l’elemento guida fondamentale per tornare ad allenarsi.
PREVENZIONE:
come detto sopra, la costanza nell’allenamento (accoppiata ad un chilometraggio minimo adeguato), effettuare sempre un riscaldamento adeguato e l’evitare di fare azioni muscolari particolarmente intense quando si è affaticati, sono l’assicurazione migliore per evitare questo tipo di infortuni.
Cause anatomiche (come squilibri muscolari, rigidità di alcune strutture o scarso tono muscolare) particolarmente evidenti possono indurre ad intervenire in maniera marcata sull’allenamento; eventuali dismetrie, se superano determinate soglie, possono richiedere l’utilizzo di calzature con modifiche.
Lo strappo muscolare
detta anche “distrazione”, è una lesione muscolare evidenziabile tramite esame ecografico.
In base alla gravità può dividersi in più livelli; la sintomatologia è particolarmente evidente perché la causa solitamente è rappresentata da una contrazione muscolare che ha dato origine ad un dolore più o meno intenso alla zona lesionata.
Ghiaccio e compressione sono i metodi migliori per limitare lo stravaso ematico e velocizzare i tempi di recupero; è quanto mai consigliato
rivolgersi ad uno specialista per valutare tramite esame ecografico la gravità della lesione e i tempi di recupero