L’ironman….quello vero

Cos’è l’ironman?

L’ironman è la gara più famosa, e anche quella più lunga, del triathlon.

 

Consiste nel percorrere 3,8 km di nuoto, 180 km in bicicletta e 42,195 km (la maratona) di corsa.

Si tratta sicuramente di una gara molto impegnativa, che si svolge nell’arco di una intera giornata: i migliori atleti maschi concludono la gara in poco più di 8 ore, per correrla in meno di 10 ore bisogna essere sicuramente atleti superiori alla media.

L’ironman è una gara che si svolge in solitaria, visto che nella frazione in bicicletta non è concessa la scia tra i vari atleti.

Tra gli ironman più famosi vi sono senz’altro quelli di Klagenfurt e di Nizza, tra quelli più duri (per il dislivello della frazione in bici) l’Embrunman e l’Elbaman.

Quello delle Hawaii è il più famoso in assoluto, ma rappresenta una sorta di “campionato del mondo di ironman” e ci si arriva solo qualificandosi.

 

Il valore dell’ironman

L’ironman rappresenta una gara “mitica” per chiunque pratichi il triathlon e in generale per ogni atleta di sport di resistenza.

Moltissimi atleti  (la stragrande maggioranza) corrono un ironman per laurearsi “finisher“, ovvero per arrivare in fondo, costi quello che costi.

Il fatto che uno partecipi ad una gara per arrivare in fondo e non per fare il tempo, la dice già lunga sul fatto che questo tipo di gara, con lo sport, c’entri fino ad un certo punto.

Un po’ per quello che accade con la maratona per un runner, l’ironman è una gara considerata in modo sbagliato da molti triatleti.

L’errore nasce dal fatto che fare una gara così lunga senza essere preparati può essere molto dannoso dal punto di vista della salute, soprattutto delle articolazioni (ma non solo).

E moltissimi tra coloro che partecipano a un ironman non sono sufficientemente preparati… Per esempio, molti di loro non hanno mai corso una maratona!

Questo errore nasce dalla voglia di essere un “ironman finisher”, un titolo evidentemente molto ambito, ma per diverse ragioni molto discutibile.

Il tempo massimo nell’ironman è variabile, dalle 16 alle 18 ore.

Questo significa che se si nuotano i 3,8 km in 2 ore (con un passo veramente lento, pari a più di 3 minuti per 100 metri), si percorre la frazione in bicicletta in 7,5 ore, a una media di 24 km/h (con una bici da crono significa andare veramente a spasso), e si conclude la maratona in 6,5 ore, camminando a 6,5 km/h (o alternando corsetta a camminata, o a lunghe pause), ci si può definire a pieno titolo degli ironman finisher.

Tantissimi soggetti un minimo allenati, che sappiano almeno nuotare decentemente, sarebbero in grado di finire questa “impresa” entro il tempo massimo.

In altre parole: il valore assoluto di una prestazione del genere è piuttosto scadente.

Sostanzialmente tutti i soggetti ancora un minimo sani dal punto di vista articolare, e con tanto tempo (e voglia) a disposizione per allenarsi, possono concludere “l’impresa”.

Tuttavia, c’è un semplice metodo per dare il valore che merita a questa impresa: il vero ironman finisher è quello che corre tutta la maratona, senza mai camminare (ci si può fermare ai ristori, o camminare per qualche decina di metri, ma non camminare per 10 km né impostare la gara a priori alternando corsa e camminata!).

D’altro canto, nessun runner si sognerebbe mai di dire di aver finito una maratona quando in realtà dal 30esimo km in poi ha camminato perché non ce la faceva più.

A mio parere, chi corre l’ironman senza averlo preparato a dovere, è spesso un soggetto che fa sport per fare la grande impresa, per sentirsi speciale, superiore agli altri, per vincere; o peggio, perché deve dimostrare a sè stesso o agli altri di valere qualcosa.

E dato che non riesce a vincere nelle competizioni “normali”, vuole partecipare a manifestazioni dove può trasformare la partecipazione in vittoria: le gare molto lunghe, dove i partecipanti sono pochi e si ha l’impressione di essere tra i “pochi” in grado di concludere l’impresa.

E impressionare i profani che penseranno di aver di fronte un superuomo.

Nella maratona succede lo stesso quando il soggetto la conclude a un passo molto inferiore alle sue potenzialità (per esempio uno che corre i 10 km in 42′ e la maratona in 4 ore).

Nell’ironman tantissimi mettono già in conto ancora prima di iniziare di fare la maratona alternando corsa a camminata, comunque rischiando di concluderlo strisciando.

Perché non si finisce un ironman?

Il finto ironman è colui che non finisce l’ironman “vero”, perché non corre tutta la maratona. Questo può succedere per vari motivi, vediamone alcuni.

Insufficiente volume di allenamento

È il problema di quasi tutti i finti ironman. Per correre un ironman bisogna correre almeno 50 km la settimana e bisogna fare diversi “lunghi” da 25-30 km, a ridosso della gara abbinati ai lunghi in bici (per esempio 120 km in bici seguiti da 28 km di corsa), insomma bisogna preparare una maratona mentre contemporaneamente si prepara una granfondo!

Gli allenamenti in piscina sono molto meno importanti, ne può bastare anche solo uno la settimana, ma da 4 km almeno. In pochi hanno il tempo di allenarsi in questo modo… E non finiscono la maratona.

L’ironman è una gara che va fatta ad un ritmo piuttosto basso, inferiore a quello abituale di allenamento e a quello adottato durante le gare nelle singole discipline. Se ci si fa prendere la mano, percorrendo tratti in bici a ritmi troppo elevati, lo si pagherà a caro prezzo durante la gara. È molto importante, quindi, imporsi un ritmo e mantenere quello, anche se si sta bene (il tempo per tirare, se rimangono energie, non manca mai). La pianificazione del ritmo e il suo mantenimento in modo rigoroso, è strategica.

 

 

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