In molte discipline sportive l’infortunio dell’atleta è un evento molto frequente, il trauma muscolare si può verificare sia in chi pratica sport a livello professionale che amatoriale, e qualunque ne sia la causa determina un periodo di ridotta mobilità con conseguente riduzione della massa muscolare e della prestazione atletica.
Spesso le conseguenze cliniche più gravi si verificano in soggetti che non dispongono di un buon trofismo muscolare ovvero nello sportivo occasionale o peggio ancora nel sedentario.
Le STRATEGIE NUTRIZIONALI nella gestione dell’infortunio sono molto importanti per il raggiungimento della guarigione, anche se nella pratica clinica il ruolo dell’alimentazione è sottovalutato e nella maggior parte dei casi è preso in considerazione solo per contrastare o correggere l’aumento ponderale nel periodo di inattività. In realtà l’intervento nutrizionale sia nei traumi diretti che in quelli indiretti può essere un efficace supporto alla parte fisioterapica-riabilitativa al fine di garantire al più presto sia il recupero funzionale che la capacità anabolica del muscolo.
L’intervento dietetico si articola in TRE FASI TEMPORALI nell’immediato infortunio, nel periodo di riposo forzato e nella fase di riabilitazione.
La situazione di ridotta mobilità fa instaurare eventi catabolici sul muscolo con conseguente riduzione sia del volume che della forza muscolare da cui ne consegue un allungamento dei tempi di recupero.
Il danno meccanico generato dallo stesso infortunio genera in prima istanza un Processo Infiammatorio per il rilascio di citochine infiammatorie muscolari che nonostante favoriscano il processo di riparazione possono comunque essere dannose. Lo stress muscolare post infortunio genera picchi di TNFa che determinano una resistenza anabolica responsabile della perdita di massa magra osservata generealmente in questa fase e che può compromettere la spinta anabolica fornita del protocollo nutrizionale di implementazione proteica del primo post-infortunio.
Alberto Biscardi