L’ARTICOLAZIONE DEL GINOCCHIO

PATOLOGIE ALL’ARTICOLAZIONE DEL GINOCCHIO

Quella del ginocchio rappresenta un’articolazione particolarmente delicata perché comprende 2 soli gradi di libertà (cioè flessione ed estensione) e allo stesso tempo deve essere in grado di supportare quasi l’intero carico corporeo.

La pratica del running causa prevalentemente lesioni da usura e raramente lesioni acute (distorsioni, rottura crociati o menisco) come invece avviene in sport con molti contrasti e cambi di direzione.

LESIONI DEGENERATIVE DA USURA A MENISCHI E ARTICOLAZIONE FEMOROTIBIALE

Correndo la forza d’impatto al suolo del piede può raggiungere fino 1.5-5 volte il proprio peso corporeo a più di 100-110 falcate per chilometro o 5000 falcate per ora.

Il corpo umano è strutturato  per sopportare questo tipo di sforzo, ma determinati fattori di rischio possono incrementare il carico in alcune zone producendo delle lesioni degenerative da usura ai menischi o alla cartilagine dell’articolazione femoro-tibiale (ginocchio).

C’è da ricordare che i menischi sono strutture fibro-cartilaginee in grado di ammortizzare e assorbire gli urti oltre a garantire congruenza
e stabilità articolazione.

Le cartilagini invece rivestono le zone ossee inglobate nelle articolazioni garantendo lo scorrimento superfici articolari e l’ammortizzazione del carico.

Il metabolismo delle cellule presenti nella cartilagine permette di compensare, entro certi limiti, i carichi; oltre certi limiti (cioè quando sono presenti fattori di rischio) possono presentarsi delle lesioni che inizialmente possono essere asintomatiche, ma quando raggiungono una certa gravità provocano dolore alla zona interessata.

I fattori di rischio anatomici principali sono tutti quelli che provocano un’errata distribuzione del carico sulle superfici articolari e menischi (dismetrie, atteggiamenti posturali errati, biomeccanica di corsa scorretta, rigidità articolare, squilibri muscolari, ecc.), mentre quelli fisiologici
sono quelli che incrementano il numero di traumi in manie eccessiva (errori nella metodologia d’allenamento).

Ai primi sintomi conviene interrompere precocemente l’attività e programmare un periodo di riposo (è possibile anche applicare ghiaccio); se
dopo 7-10 giorni la sintomatologia non scompare è consigliabile rivolgersi a personale qualificato.

La prevenzione secondaria è fondamentale e deve essere relativa ai fattori specifici che hanno causato la lesione.

Tra questi possiamo ricordare:
 Ginnastica propriocettiva per incrementare la stabilità attiva dell’articolazione quando le cause sono dovute ad instabilità.
 Potenziamento muscolare localizzato quando la lesione è dovuta a carenza di un determinato gruppo muscolare (come i posteriori della coscia).
 Ridurre il carico d’allenamento di corsa (ed eventualmente utilizzare il nuoto o la bici in maniera complementare) quando il rischio è prevalentemente dovuto all’età o ad un livello di degenerazione generale.

 Migliorare la tecnica di corsa nel caso di errata biomeccanica o squilibri di forza specifica.
 Utilizzo di plantari anatomici per correggere lievi errori assiali.

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