Il meccanismo aerobico, come abbiamo visto, consuma i carboidrati (sottoforma di glucosio) in presenza di ossigeno. L’organismo è però in grado di ottenere ATP dal glucosio in assenza di ossigeno, con la glicolisi (letteralmente, scissione dell’ossigeno) anaerobica (non-aerobica, cioè in assenza di ossigeno).
Precisamente, il glucosio viene trasformato in acido lattico e questa reazione chimica sviluppa energia (ATP).
L’acido lattico che si accumula nei muscoli è dannoso sopra certe concentrazioni, dunque esso viene smaltito tramite il flusso sanguigno, che lo porta al fegato, il quale lo ritrasforma in glucosio e lo rimette in circolo.
La capacità di smaltimento dell’acido lattico ha un limite: dunque, se la richiesta di energia tramite la glicosi anaerobica si mantiene entro questo limite, essa può continuare a lungo.
In realtà il meccanismo è leggermente più complesso: a seconda della richiesta di energia, si possono verificare 2 situazioni.
1) Il meccanismo aerobico è in grado di fornire tutta l’energia necessaria: dopo un iniziale aumento di concentrazione di acido lattico, una volta che il meccanismo aerobico è a regime la concentrazione di lattato nel sangue torna a livelli identici a quelli a riposo (il meccanismo anaerobico è spento).
2) La richiesta di energia è tale che il lattato prodotto non riesce ad essere smaltito, la concentrazione di lattato nei muscoli cresce e l’organismo, per difendersi dal danno che il lattato provocherebbe se superasse una concentrazione critica, inizia a inviare precisi segnali al cervello, che fanno ridurre la prestazione e quindi la richiesta di energia (bruciore ai muscoli e ai polmoni, nausea).
Alberto Biscardi