Foam Roller%22%20transform%3D%22translate(.6%20.6)%20scale(1.17188)%22%20fill-opacity%3D%22.5%22%3E%3Cellipse%20fill%3D%22%236a6a6a%22%20rx%3D%221%22%20ry%3D%221%22%20transform%3D%22matrix(105.22948%20.89136%20-.28002%2033.0575%20121.5%2080.8)%22%2F%3E%3Cellipse%20fill%3D%22%23fff%22%20cx%3D%22162%22%20cy%3D%22154%22%20rx%3D%22255%22%20ry%3D%2232%22%2F%3E%3Cellipse%20fill%3D%22%23fff%22%20rx%3D%221%22%20ry%3D%221%22%20transform%3D%22matrix(-.05381%2030.83351%20-216.66945%20-.37816%20123.7%209.5)%22%2F%3E%3Cellipse%20fill%3D%22%23fff%22%20cx%3D%22140%22%20cy%3D%22155%22%20rx%3D%22255%22%20ry%3D%2220%22%2F%3E%3C%2Fg%3E%3C%2Fsvg%3E)
ll foam roller è un’attrezzatura cilindrica utilizzata per l’automassaggio di 13-14 cm di diametro e di 30-35 cm di lunghezza.
A cosa serve?
- Rilassamento delle catene miofasciali: sono l’insieme dei muscoli e del connettivo embricati tra di loro, la cui contrattura (soprattutto dei muscoli) può generare dolore, rigidità e lentezza nel recupero. Anche il connettivo può andare incontro a rigidità portando a sintomatologie dolorose e posture errate; non a caso, l’azione del foam roller è definita “release miofasciale”.
- Azione sui trigger point sono quei punti ben definiti (solitamente localizzati nei muscoli) la cui pressione genera dolore o particolare fastidio. Le conseguenze di questi sono paragonabili (quando presenti) a quelli della contrattura delle catene miofasciali.
- Aumento della vasodilatazione: questa favorisce l’afflusso di sangue per facilitare lo smaltimento dei cataboliti e facilitare l’apporto di sostanze nutritive al muscolo, assecondando il processo di recupero.
Come si utilizza ?
Il movimento più semplice da attuare è quello longitudinale, cioè avanti/indietro lungo la parte “più lunga” degli arti e del corpo.
La pressione può essere modulata appoggiandosi con entrambi gli arti sull’attrezzo (in questo caso la pressione esercitata su ogni arto sarà la metà del peso corporeo) o solo su 1; in quest’ultimo caso la pressione esercitata sarà la massima ottenibile, cioè il peso corporeo.
La frequenza dei movimenti consigliata è di approssimativamente 1 secondo per ogni movimento, dando comunque la precedenza alla naturalezza del gesto.
La durata solitamente consigliata è di 1-2’ per gruppo muscolare.
Sia il foam roller che la pallina (è possibile usarne anche una da tennis), se utilizzati correttamente, agiscono come decontratturanti contribuendo a risolvere il Trigger point. Ovviamente con la pallina si è in grado di agire in maniera maggiormente localizzata, percependo con più precisione dove possa essere il punto di dolore.
Per questo motivo, possiamo affermare che il foam roller è maggiormente indicato per il recupero e per decontrarre porzioni abbastanza voluminose di muscolo, mentre la pallina per punti più localizzati come i Trigger point.
Cosa sono i trigger point?
Un Trigger point è caratterizzato da un dolore localizzato (soprattutto alla digitopressione) e rigidità in uno o più punti della fascia. Attenzione, non tutti i dolori localizzati sono dei Trigger point, in quanto quest’ultimi hanno delle caratteristiche ben definite. Malgrado siano fenomeni estremamente conosciuti, ancora non si è stati in grado di dare una precisa causa fisiologica; le ipotesi sono che questi rappresentino:
- Contratture di determinare fibre muscolari
- Accumulo di sangue e cataboliti in determinati punti della fascia
- Iperstimolazione di recettori neuronali dati da contratture e/o accumulo di sangue/cataboliti.
È lecito ipotizzare che in un Trigger point siano presenti (probabilmente in misura diversa) tutte e 3 le componenti citate sopra.