Prendiamo due podisti A e B che svolgono le seguenti due sedute di allenamento:
- A: fondo medio a ritmo di 4’ al km su percorso pianeggiante
- B: fondo medio a ritmo di 4’ al km su percorso pianeggiante
Apparentemente hanno svolto lo stesso allenamento.
Si, è vero dal punto di vista oggettivo: carico esterno.
Dunque, per definizione, il carico esterno rappresenta il dato oggettivo (distanza, velocità, recupero etc) ed è esattamente lo stesso per entrambi i nostri podisti.
Che cosa è invece diverso nelle due sedute?
La risposta si trova analizzando più approfonditamente ed a piu’ ampio raggio i due allenamenti.
Mi spiego meglio ed in maniera molto semplice.
- Il podista A si è allenato in condizioni di temperatura esterna di 30°, ha svolto il giorno precedente una seduta molto impegnativa di lavori lattacidi ed ha svolto già una seduta la mattina stessa.
- Il podista B si è allenato con 10° gradi centigradi, ha fatto riposo il giorno precedente e non ha svolto nessuna attività di corsa la mattina stessa.
Alla luce di queste considerazioni, vi sembra ancora che i due podisti abbiano svolto lo stesso lavoro?
E’ indubbiamente vero che il carico di lavoro esterno (la seduta di fondo medio) è la stessa, ma il riscontro e la reazione del loro organismo a tale sollecitazione allenante è completamente diversa.
Questo in termini tecnici si chiama carico interno, e non è altro che quello che il nostro sistema organico, fisico, muscolare e psicologico ha effettivamente dovuto sopportare.
Nel caso del podista A, le condizioni di temperatura sfavorevole, le condizioni di relativa freschezza muscolare (date dalle precedenti e ravvicinate sedute di allenamento), e senza dubbio un’aumentata frequenza cardiaca a parità di ritmo, hanno dato un carico allenante interno assai più importante di quello del podista B.
Questo non è altro che un banale esempio, ma ci illustra come è sempre bene valutare i tanti parametri di una seduta, e fare distinzione fra carico interno e carico esterno.
Buone corse
Alberto Biscardi