I 42.195 Km sono una distanza che qualsiasi tipo di podista non deve sottovalutare.
Richiede una programmazione dell’allenamento che, seppur tenendo conto del tempo che ognuno ha per allenarsi, deve seguire determinati principi.
Cercheremo prima di analizzare quelle che sono le metodologie di allenamento dei Top Runner, per poi trarre gli spunti per tutti gli altri podisti.
Non c’è la pretesa di
dare un programma completo ed esaustivo che valga per tutti (anche perché non esisterebbe), ma una traccia dei principi fondamentali per “non sbagliare” l’approccio all’allenamento.
Caratteristiche fisiologiche e impostazione dei ritmi di gara
La spesa energetica per correre una maratona per atleta di taglia media (70 kg) è di circa
2700 kcal.
Questa dipende dal rendimento energetico di ogni podista (che comunque, anche tra maratoneti di alto e basso livello non differisce più del 15%), e in linea di massima si può trovare tramite la seguente formula:
spesa per la maratona: 38.3 x Peso (in Kg).
La prestazione finale ovviamente deve anche tenere in considerazione degli aspetti del tracciato (dislivelli totali e parziali), delle condizioni ambientali (ideale 10-13°C con
assenza di vento) e della presenza degli avversari (scie, pacemaker, ecc.).
Verso la fine degli anni ’90 e negli anni successivi si è rivolto l’allenamento anche verso le componenti mentali/psicologiche (capacità di fronteggiare le crisi di fatica, capacità di
rimanere sottosforzo per tanto tempo, capacità di tenere un ritmo costante per tutta la gara.
Con l’approfondire della ricerca è stato poi visto come la connessione tra sforzo fisico e
mentale sia talmente correlato che di per se l’allenamento di corsa (se fatto correttamente e con le giuste intensità/durata) rappresenta il migliore allenamento anche per le componenti mentali, che possono comunque essere migliorate con allenamenti mentali svolti “a secco”.